L’uso del cloruro ferrico nella ceramica
L’uso del cloruro ferrico nella ceramica di Percorso Argilla
Tra i materiali che sperimento e condivido nei corsi di Percorso Argilla, il cloruro ferrico occupa un posto particolare. Si tratta di un sale dall’aspetto apparentemente semplice, ma che a contatto con l’argilla e con il fuoco rivela una sorprendente capacità di trasformare le superfici ceramiche.
Un materiale, infinite possibilità
Il cloruro ferrico, applicato su pezzi crudi o biscottati e sottoposto a cotture alternative come pit fire, saggar firing o riduzioni in forno, regala una gamma di effetti che spaziano dalle sfumature ruggine fino ai neri profondi. In base alla concentrazione, alla modalità di applicazione e alle condizioni di cottura, può creare macchie, velature, aloni o disegni spontanei, capaci di rendere ogni manufatto irripetibile.
La forza del fuoco e dell’imprevisto
Come accade per altri sali e ossidi metallici, il cloruro ferrico è uno di quegli elementi che dialogano con il fuoco in modo imprevedibile. Nei corsi, gli allievi scoprono che non esiste un risultato “controllabile al 100%”: la vera ricchezza di questa tecnica sta proprio nel lasciare che sia il fuoco a scrivere parte della storia del pezzo. È un approccio che educa alla pazienza, all’accoglienza del caso e alla sorpresa.
Tradizione e sperimentazione
Se da un lato l’uso di sali e ossidi nella ceramica affonda le radici in pratiche antiche, dall’altro il cloruro ferrico permette oggi di sviluppare ricerche estetiche contemporanee, dove la superficie diventa materica, viva e mutevole. Ogni corso è un’occasione per esplorare queste possibilità, alternando la tecnica alla creatività personale.


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