Paper clay innovativa, alla ricerca di nuove forme e metodi
Paper Clay sperimentale in grès: forme organiche che diventano gusci
La paper clay è uno di quei materiali che aprono territori di ricerca inesauribili. Mescolando fibre di cellulosa all’argilla si ottiene un impasto duttile, leggero e resistente in fase di essiccazione, che permette di spingersi oltre i limiti tradizionali del grès.
Nelle mie sperimentazioni amo utilizzare la paper clay in combinazione con forme organiche e alternative: sigarette, bucce, cotone, piccoli frammenti di materiali effimeri. Sono elementi che in cottura si trasformano radicalmente: la parte esterna, composta da materia organica, brucia e scompare, mentre l’impasto di paper clay rimane, creando un guscio fragile e resistente al tempo stesso.
Il risultato è sorprendente: superfici leggere, quasi scheletriche, che conservano la memoria della forma originaria ma al tempo stesso la trasfigurano. Ogni pezzo diventa un negativo in ceramica di un oggetto effimero, un’impronta che restituisce in chiave poetica ciò che è destinato a scomparire.
Questa tecnica mi affascina perché unisce due dimensioni opposte: la transitorietà del materiale organico e la permanenza del grès. È come se la cottura fissasse un momento di passaggio, lasciando che la ceramica racconti la storia di ciò che non c’è più.
La paper clay sperimentale diventa così non solo uno strumento tecnico, ma anche un linguaggio concettuale: un modo per dare corpo al vuoto, per trasformare la perdita in traccia, per giocare con il fragile equilibrio tra materia e memoria.
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