Saggar Firing: la magia del fuoco nella ceramica artistica
Saggar Firing: la magia del fuoco nella ceramica artistica
Tra le numerose tecniche di cottura della ceramica, il saggar firing occupa un posto speciale per chi, come me, ricerca l’unicità assoluta in ogni pezzo. È una tecnica affascinante, complessa, che unisce il rigore della preparazione alla totale imprevedibilità del risultato finale. Ogni opera racconta una storia irripetibile, scritta dal fuoco.
Il termine "saggar" indica il contenitore refrattario all'interno del quale viene collocata la ceramica durante la cottura. All'interno di questo contenitore vengono aggiunti materiali combustibili – come sali metallici, ossidi, legni, foglie o alghe – che, bruciando, rilasciano fumi e reazioni chimiche capaci di decorare in modo naturale e sorprendente la superficie dell’oggetto, al posto del contenitore in argilla refrattaria, si possono utilizzare dei fogli di alluminio.
Le sfumature che si ottengono con il saggar firing sono venate, organiche, quasi marmoree. I toni del rosso ferro, del blu cobalto, del nero fumo si intrecciano tra loro creando effetti inimitabili, che sembrano plasmati dalla natura stessa. Non esistono due pezzi uguali: ogni cottura è un esperimento, ogni risultato è irripetibile.
Da molti anni mi dedico con passione a questa tecnica meravigliosa. Ogni apertura del forno è un momento di grande emozione, a volte una sfida, a volte una conquista. Ci sono giorni in cui il fuoco regala vere e proprie meraviglie, altre volte invece insegna la pazienza e l’umiltà. Ma è proprio questa incertezza a renderla così viva e affascinante.
Il saggar firing non è solo un processo tecnico: è un dialogo con gli elementi, una forma di arte che lascia spazio al caso e alla materia, un modo di raccontare la bellezza dell’imperfezione e dell’unicità. Ogni pezzo è un frammento di natura, fissato nel tempo dalla magia del fuoco.
![]() |
Commenti