Foggiare con la tecnica del colombino, scopri la tua vena artistica!
Creare con la tecnica del colombino ci riporta indietro nel tempo, a quando l’uomo del Neolitico, semplice ma ingegnoso, plasmava la terra con le proprie mani. Non c’erano macchine, né forni moderni. Solo argilla, sole e fuoco.
Prelevava l’argilla dal terreno, la impastava con acqua e pazienza. Poi, la modellava in lunghi cilindri, stirandoli tra le mani, avvolgendoli su se stessi come serpenti in danza. Nasceva così una ciotola, un vaso, un contenitore: oggetti utili e carichi di significato.
Dopo aver lasciato asciugare al sole, i manufatti venivano cotti nel fuoco, diventando duri, resistenti, eterni.
Questa tecnica, chiamata foggiatura a colombino, si è evoluta nel tempo. In epoche più recenti, veniva usata per costruire grandi orci, contenitori per acqua, olio e vino. In alcune parti del mondo, artigiani la usano ancora, tramandando gesti antichi come tesori preziosi.
Oggi, nei laboratori di ceramica artistica, la tecnica del colombino ha trovato nuova vita. È usata per creare opere d’arte, ma anche oggetti quotidiani, come piatti o tazze. Richiede tempo, pazienza e grande abilità. Chi la pratica entra in contatto diretto con la materia e con la storia.
Utilizzare la tecnica del colombino non è solo un esercizio manuale: è un ponte tra passato e presente, tra utilità e bellezza. Un modo per raccontare storie… senza usare parole.
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